La memoria corta

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Siamo confrontati con due scuole: chiamarle di pensiero è troppo. Anche chiamarle scuole.

Siamo confrontati, in Europa e non soltanto, con due correnti che in buona sostanza si scontrano sul tema migrazioni, facendone la spugna che assorbe tutto il resto.

Hanno in comune l'appropriazione del tema stesso. E quindi dei protagonisti: i migranti. Siano essi in fuga dalla guerra o da condizioni sociali ed economiche pessime.

Il migrante ha perso il suo statuto (stabilito o da stabilire), e questo da tempo. Chi glielo vorrebbe negare o invece garantire non fa che produrre una celebrazione di sé.

Il migrante è diventato uno strumento di affermazione. Per non dire di: prevaricazione. È un oggetto.

Si scontrano, rimbalzandolo, velleità in cerca di voti e di like, di un protagonismo al fronte (o in salotto) oppure di una resistenza alzata nelle capitali.

Si è levata una cortina senza la quale non sappiamo vivere: i buoni da una parte, i cattivi dall'altra. Ne eravamo orfani da un po' di tempo.

FdR propone, nella sezione in Evidenza, il primo episodio di una serie basata sui fatti osservati da vicino: per fare il punto di quello che abbiamo vissuto (e compiuto, o di cui siamo stati complici) dal 2001 a oggi.

Per capire come avremmo potuto arrabbiarci prima, se siamo fra gli arrabbiati, o cambiare le cose prima, se siamo fra quelli che le cose vogliono cambiarle.

Un breve e modesto giro dentro la Storia recente, di cui abbiamo perso memoria. Per intuire, forse, come tutto sia iniziato lì. E sicuramente prima.

Per approfondire

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