Ci eravamo tanto amati

© Omarosa Newman, Donald Trump (ABC News)

Leggere i Tweet del presidente Trump nuoce gravemente alla salute. Rende indispensabili attività compensatorie: non è detto che basti un po' di sport.

Tuttavia: è una tortura inevitabile se vogliamo sapere (almeno un po') come è messo il mondo. Sarebbe infatti da superficiali pretendere di saperlo ignorando come è messo l'uomo più potente che gli sta seduto sopra e come è messo chi gli sta attorno.

Ci facciamo del male a fin di bene.

La causa della recente ira di Trump ha un nome e un volto: Omarosa Newman, ex star del reality televisivo che aveva reso famoso lo stesso Trump (The Apprentice), ex consigliera personale (fra altri) ed ex ammiratrice del presidente (il quale ha sempre contraccambiato l'ammirazione. I due sembravano intendersi).

Lo scorso dicembre, Omarosa viene licenziata in tronco dalla Casa Bianca. Se la lega al dito.

Un anno dopo (storia di questi giorni), Omarosa torna in televisione per lanciare il libro (Unhinged) nel quale accusa Trump di misoginia e razzismo (fra le altre cose).

Omarosa, nel periodo trascorso alla Casa Bianca, si è premurata (parole sue) di registrare una serie di conversazioni avute con il presidente e con i suoi strettissimi collaboratori. Alcune registrazioni sono note, altre no.

La stampa statunitense ha reagito in modo critico nei confronti di Omarosa, sottolineando l'impossibilità di verificare molti dei fatti riportati nel libro, le non poche contraddizioni della sua versione e l'incontestabile ambiguità del personaggio medesimo.

Al presidente non è bastato. Gli è partito un Tweet, poi un secondo e un terzo. In uno di questi, Omarosa, alla quale in una telefonata registrata dalla donna Trump confidava di “non amare l'idea che lasciasse la Casa Bianca”, viene definita, fra gli altri modi, “un cane”.

© Twitter (clicca sull'immagine per ingrandire)

Fa male alla salute, ma la lettura di questi Tweet rende possibile datare (14 agosto 2018) il momento in cui il presidente ha chiesto agli americani di accettare tutto, anche il superamento degli argini (fragilissimi) del suo (fragilissimo) autocontrollo.

Questo avviene in un'atmosfera montata ad arte e da tempo, dentro la quale il discernimento e la ricerca dei fatti sono ormai fake news (“balle”) e il resto è una gara a chi la spara più grossa e fa il rutto più lungo.

Nuoce alla nostra salute pensare che non ci riguardi.