(Non) è tutto vero

© 2018 FdR

Proviamo a pensarci: la possibilità che un'affermazione venga creduta (in buona fede) dipende meno dalla sua verità quanto piuttosto dalle circostanze che danno forma a tale affermazione, cioè chi la sostiene, a chi è destinata, da quale istituzione o attore proviene e, in definitiva, chi l'ha messa nelle nostre mani.

Si spiega così la possibilità che prendiamo per dati di fatto dei fatti alternativi e rifiutiamo di credere ai dati di fatto.

I fatti alternativi non saranno mai sconfitti dalla sola verità.

Quest'ultima dovrà essere comunicata con la stessa competenza (sociale, culturale, politica, ecc.) dimostrata da coloro i quali riescono a farci credere (e a prendere per vero) l'incredibile.

Questo ragionamento vale per le affermazioni dell'informazione, della politica, della scienza e per altro ancora nelle società democratiche impegnate ad attraversare questo periodo storico.

Quindi: per capire l'aria che tira sarebbe da rileggere Où atterrir – comment s'orienter en politique, del filosofo francese Bruno Latour.

Quale scorciatoia, ma una scorciatoia di grande valore, c'è l'articolo di Ava Kofman sul New York Times di oggi (se andate a letto tardi lo finite tutto, altrimenti attendete il weekend).