Dialogo di San Valentino
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La scena si svolge di mattina. È appena suonata la sveglia e ci viene voglia di bombardarla, così tanto per non uscire di casa e fare, almeno una volta nella vita, la rivoluzione. Ma: non è soltanto un giorno feriale, è San Valentino. Prende quindi forma il seguente dialogo fra un uomo e una donna. Comincia lui.
- Buon San Valentino, amore!
- Ma vaaaa'!!!
- Ma, Taaaaty...
- Che c'è?
- Me ne sono ricordato, non ti fa piacere?
-Dimmi un po': quand'è il mio compleanno?
- In estate, tesoro.
- Mmmm. E poi?
- In luglio.
- Okay...
- ...
- Quale giorno?
- Il dodici, amore!
- Sbagliato!
- L'undici!
- No.
- Scherzavo, Taty: il ventuno, chiaro.
- Nemmeno.
- Ma lo sai che non ti piace festeggiarlo...
- E allora?
- L'otto. L'otto luglio!
- Sbagliato. Il ventisei.
- Impossibile!
- E perché mai?
- Me ne sarei ricordato. Ventisei è un numero facile.
- E invece ti ricordi San Valentino...
- Tesoro: è la festa degli innamorati, la nostra festa!
- Ah sì?
- Taty, andiamo a cena in un ristorantino...
- Il giorno in cui ci siamo messi insieme: te lo ricordi?
- 23 agosto del 2016, amore.
- Sbagliato!
- Eh?
- Il 23 agosto del 2016 eravamo già insieme e io ti ho beccato che chattavi con la tua ex!
- 12 giugno, stesso anno.
- Nossignore: 9 aprile.
- Taty...
- Quando hai promesso di sposarmi?
- Il giorno dopo.
- Sbagliato: non ancora!
- L'ultima volta che lo abbiamo fatto di brutto?
- Ma ieri sera, amore!
- Ieri seraaaa?
- Sì, Taty, per me sì.
- Te lo dico io quando: una vita fa!
- Posso farti una domanda?
- Non aspettavo altro.
- Cosa prendi per la memoria, Taty?