Sono positivo

© 2021 FdR / Resy Canonica

Non si può più scrivere nulla senza mettere le mani avanti. Metto le mani avanti: booster agendato.

Detto questo (sto già meglio) lasciate che celebri il nuovo anno, che gli dia il benvenuto.

Benvenuto!

Sarà bellissimo.

Non ameremo più (era ora!) i nostri simili come amiamo soltanto noi stessi.

Metteremo una infinità di like al fallimento dell'informazione, scambiandolo per un successo.

Chiederemo al nostro medico di famiglia di trascorrere i week-end con noi, in casa, nello stesso letto.

Non gli sveleremo che nascosto sotto c'è il virologo.

Vacanze strapaesane in famiglia e con i politici: dovremo metterci d'accordo sui turni.

Ringrazieremo il vicino di casa quando esigerà di controllare il nostro codice QR, mentre apriremo la buca delle lettere in ciabatte.

Denunceremo senza provare rimorsi la cameriera che non ce lo chiede, insensibili al suo destino, chissenefrega.

Il partner con la tosse dormirà nel garage, se c'è, se non c'è in zona blu.

Lavoreremo da casa, a costo di farla a pezzi ogni sera, finito di lavorare.

Se i figli si lamenteranno, ricorderemo loro che il (bis)nonno ha vissuto la guerra. Se non basta tireremo fuori il virologo da sotto il letto nei week-end, in settimana basterà accendere il televisore.

Non ci informeremo più, poiché sappiamo tutto, o forse no: perché è un lavoro e ne abbiamo già un altro, quando non due o tre.

Guarderemo qualche documentario (addormentandoci prima della fine) semmai ci prenderà la voglia di scoprire che cos'era quella cosa che chiamavano vita.

Non vedo l'ora che arrivi, l'anno nuovo.

Bellissimo, sarà.

Ringrazieremo chi lo merita (e sono tanti) poiché, infine, ci parrà superfluo (chiamiamolo uno sforzo inutile) osare la testa. Su questo sono positivo.

(g. g.)