Il medico del villaggio di Slåbør

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Le alcune migliaia di anime che contava il lontano paese di Slåbør andavano fiere (ben fiere) dell'aggettivo che da sempre definiva i confini dentro i quali trascorrevano la loro vita: ridenti.

Impreparate com'erano ai tempi avversi, il giorno in cui questi ultimi si manifestarono chiesero al Governatore che il nuovo aggettivo intrufolatosi nel vocabolario (unico) comune fosse rispettato e ripetuto da tutti.

La vita (e così pure i confini dentro i quali sonnecchiava Slåbørd) si erano fatti: minacciosi.

Minacciosi, sì. E quindi richiedevano l'ossequio.

Gli abitanti di Slåbør si identificarono ben presto con questa nuova cartolina, che venne a sostituire quella precedente.

Confidarono nel Governatore e anzi gli chiesero di esserlo al massimo, di sostituirsi ai loro pensieri, che ormai avevano preso a vagare smarriti e senza orientamento.

Così come non avrebbero mai pensato, prima, di dubitare di quanto davvero ridenti fossero i confini dentro i quali avevano la fortuna di vivere, ora, di fronte a quelle nubi scure che si erano messe ad affollare il cielo, non sarebbe mai (e poi mai) passato per la loro testa il pensiero di dubitare (o perlomeno di chiedersi) se il Governatore fosse all'altezza della situazione.

Accettarono così di stare zitti.

In fondo, lo avevano sempre fatto. Anche in passato, quando magari si era presentata l'occasione di alzare la voce e di dire che insomma le cose non stavano andando come sarebbero dovute andare. Erano sempre stati zitti. Tutt'al più si era alzato qualche disordinato vocio. Trascurabile agli orecchi del Governatore.

Questa volta no.

Questa volta i pacifici abitanti di Slåbør accettarono di fare silenzio tutti. Silenziosulserio.

Per due nuvole scure all'orizzonte, aveva pensato (guardandosi bene dal dirlo a qualcuno o magari dallo scriverlo) il solo redattore della Gazzetta di Slåbør, un ragazzo alto e dall'aria sana al quale tutti, quando era stato nominato alla successione del vecchio Rölper, lo storico direttore del foglio, avevano pronosticato una folgorante e brillante carriera.

E invece no!

Anche la Gazzetta di Slåbør si mise dalla parte del Governatore.

Il primo a saltare, come si dice in questi casi, mentre in altri si sarebbe detto il primo a essere messo alla berlina, fu il medico del villaggio.

Parlava e lo fecero a pezzi.

Era anche lui un ragazzo dall'aria sana. Al quale tutti, quando era stato nominato alla successione del vecchio Alvar, lo storico medico condotto, avevano pronosticato una folgorante e brillante carriera. Nonostante pensasse in modo storto, aveva mormorato qualcuno, in modo strano, aveva buttato lì, ma davvero en passant, qualcun altro. Mentre ad altri ancora piaceva assai.

Gli abitanti di Slåbør, al tempo ridente paese di qualche migliaio di anime, si erano però accodati, ormai.

Accettando, come dire, di tutto.

Che venisse messa fuori legge l'indipendenza. Prima ancora della libertà.

«Che cos'è?», chiedeva Arne, il matto del paese, incontrando qualche impaurito percorrendo le strade ghiacciate di Slåbør e, potete contarci, senza ottenere risposta.