Finzioni dell'esistenza

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Non c'è come fingere di essere per mettere gli altri in crisi nei confronti di ciò che da sempre credono corrisponda al nostro esserci. Basterebbe sostituire qualcun altro al nostro posto. Al posto che occupiamo.

Fingerci.

Il postino che suona e lascia una nota: recuperare lettera raccomandata o pacco fra il giorno tale e l'altro, non prima e oltre l'ora x. Gli amici che lasciano un messaggio: sei ancora vivo, viva? L'editore: stai scrivendo? L'esattore: quando paghi? I lettori: quando posti?

Abbiamo così, mettendo in scena le finzioni dell'esistenza, che contemplano anche la sua temporanea (e perché non definitiva?) negazione, e alle quali abbiamo un vertiginoso diritto, l'intuizione della vita.

(g. g.)