Orgasmi in redazione

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La stampa internazionale si è innamorata dei cinesi che protestano contro le misure di contenimento Covid19 decise dallo Stato. Le redazioni provano un piacere sconfinato notando come finalmente anche in Cina la popolazione scenda in piazza per la libertà. I cinesi che condividono i nostri valori! I cinesi che ci assomigliano! I mezzi di informazione dimenticano cosa hanno scritto e detto di chi alzava e osava la testa quando le misure erano in vigore in Occidente. Europa inclusa, Svizzera idem.

La stampa (dal servizio pubblico ai media privati) ha semplicemente girato le mutande: restano le stesse.

Vale per i media di tutti i paesi occidentali. FdR li sta monitorando occupando giorno e notte la sua listening post, la sua postazione di ascolto.

Un fatto non si racconta più: un fatto serve soltanto a produrre una predica.

Questa volta tocca ai cinesi: vedere che fanno la rivoluzione? Vedere che hanno scoperto la libertà? La nostra, la stessa, la libertà alla quale si ispira l'Occidente, mezzi di informazione inclusi?

In preda a un simile orgasmo (è autoerotismo giornalistico) le redazioni dimenticano ciò che hanno scritto e detto di chi, durante la pandemia, ha alzato e osato la testa formulando domande sulle misure di contenimento decise dai nostri governi.

Dimenticano di avere chiamato cospirazionisti, pazzi, estremisti di destra, ignoranti, irresponsabili e criminali anche coloro che, restati invece fedeli al pensiero critico e al ragionamento rispettoso delle posizioni altrui, si sono chiesti durante la pandemia se non fosse proprio la stampa a tradire il valore della libertà.

Lo è stata.

E lo è ancora.

(g. g.)

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