Fotosera: raccontami
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Ci sono cose che attirano la nostra attenzione. Succede quando sembrano essere state lasciate lì apposta. Come un quadro, con tanto di cornice. Su un marciapiede della città, all'incrocio fra due strade, a metà (o quasi) del vialone.
La realtà ci mette del suo, okay, ma non è che noi ci tiriamo indietro.
Ci mettiamo l'aspettativa, che è più che l'attesa. È una rivendicazione proiettata su ciò che ci sta attorno, affinché produca finalmente qualcosa.
Non deve per forza avere un senso. Basta l'intuizione della compiutezza a renderci più o meno felici. L'esperienza di un'immagine (di una scena) che ha un suo inizio e una sua fine dentro i quali sviluppare un racconto. Che non sarà mai soltanto immaginario.
Sapere quanto della nostra vita c'è dentro le cose che (ci) raccontiamo.