Le parole tradiscono

© 2022 FdR / RESY CANONICA

Sì: le parole tradiscono. Tradiscono le intenzioni. Più ci sembrano aderire alla realtà, più invece si piegano (come se nulla fosse) allo scopo al quale le destiniamo.

Chi legge FdR conosce l'attenzione che riserviamo al racconto del mondo prodotto dai media. Siamo motivati da una certa (sebbene modesta) ambizione: e quindi frequentiamo quelli internazionali, poiché restituiscono meglio, nel senso di più direttamente, i rapporti di forza (o della sua assenza) fra Stati, che è un modo per dire la piega che sta prendendo il mondo.

La parola guerra. Non dice più nulla. La scriviamo, la pronunciamo come se stessimo dicendo e scrivendo margarina.

La lingua, che è deposito del pensiero, si è piegata al linguaggio, che è soltanto funzione e finalità.

Ovunque leggiamo del nuovo bombardiere nucleare USA Stealth B-21. Su France Info ascoltiamo l'ammirata descrizione  che una giornalista inviata produce delle qualità di una nave della Marina francese in missione nel nord dell'Europa.

Le parole tradiscono le nostre intenzioni: che oggi rispondono alla volontà di normalizzare la guerra.

Si comincia con la parola: guerra è entrata nella circolazione sanguigna del racconto del mondo come fosse emoglobina. Non, invece, una malattia.

Manca poco, davvero, al giorno in cui scriveremo (di nuovo) che è bella, la guerra.

(g. g.)