Dietro? Nulla

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Alcune lettrici e due lettori di La libertà è una parola (Redea Publishing) hanno scritto a FdR chiedendo che cosa ci sia sotto, in definitiva, alla lettura che ho dato della narrazione mediatica della pandemia e dei primi mesi di guerra in Ucraina. Ho preso questa richiesta come uno stimolo a preparare un secondo volume, che vedrà la luce nei tempi di una gestazione ancora sconosciuta. Ma la vedrà. L'idea che ci sia sotto qualcosa presuppone, infatti, l'esistenza di stratificazioni del reale mai sufficientemente esplorate. Soltanto approssimativamente. Ciò rende indispensabile la costanza dell'aggiornamento.

Alcune lettrici e cinque lettori mi hanno chiesto, invece, che cosa c'è dietro. È una domanda che, oggi, patisce l'immeritato destino di essere travisata e, così, gettata (un cespo di insalata che ha sofferto il caldo) nella discarica dei complottisti senza complotto. Non è lì che dovrebbe finire.

Chiedersi che cosa c'è dietro è un interrogativo che richiede un grado di astrazione del pensiero maggiore rispetto a quello che rimugina su che cosa c'è sotto. Che cosa c'è sotto i nostri piedi, ad esempio, è una domanda empiricamente affrontabile: basta scavare, per rispondere. Occuparsi di che cosa ci sia dietro ciò che vediamo è tutt'altra musica, sarete d'accordo. Dietro è una dimensione diversa rispetto al sotto.

Accettiamo e anzi celebriamo il fatto che, ad esempio, sotto i nostri piedi non ci sia nulla quando voliamo verso l'isola delle nostre vacanze. Il vuoto. Non per questo siamo colti da spaesamento.

Ma dietro: ecco, dietro è un un altro paio di maniche. Accettare che dietro qualcosa (che facciamo o con la quale siamo confrontati, dietro un'esperienza) ci sia lo stesso vuoto è molto, molto più difficile.

Quindi, alla domanda delle lettrici e dei lettori di La libertà è una parola, curiosi di sapere che cosa vi sia dietro la narrazione mediatica che ci è stata fatta della pandemia e che ci viene fatta della guerra in Ucraina e di tutte le sue terrificanti conseguenze, rispondo così: non c'è dietro nulla.

È dura da prendere, questa risposta. Sarebbe infinitamente meglio se ci fosse dietro qualcosa, o almeno qualcuno, un disegno, un progetto, un obiettivo, metti pure una congiura, o la visione di ciò che noi non percepiamo, ma qualcuno sì. Sapremmo a chi rivolgerci, non fosse altro che per discutere, capire.

No. Zero.

C'è dietro il nulla.

(g. g.)