La guardia è bassa

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È bassa la guardia fra chi naviga per mestiere la realtà e per mestiere la racconta.

Le domande della gente, la cosiddetta comune, i dubbi, le esitazioni, il pensiero creativo dato per scontatamente impossibile, impensabile addirittura, la descrizione e percezione del mondo che produciamo, comunque stando dietro alle infinite cose, la forma che prende la comprensione senza che sia mai presa per buona però, anzi zero, anzi inascoltata.

Inascoltabile, addirittura. Impronunciabile.

La guardia è bassa fra chi naviga per mestiere la realtà, fra chi dice qual è la decrizione da prendere per buona. Fra chi ce lo dice.

Una barricata di descrizione dovrebbero essere i mezzi di informazione, sì, ma non lo sono. Siamo chiamati a officiare da buoni chierichetti l'ineluttabilità del copia e incolla, a celebrare il destino inaggirabile dell'emulazione.

Fra il paradiso (in terra e oltre, possibilmente) promesso a chi aderisce a questa descrizione (si fa per dire descrizione) e l'eterno e disperato inferno minacciato a chi invece no, non aderisce, c'è la terra di mezzo, la vasta (ancora, sempre) distesa riservata a chi ricorre alla ragione e sopporta tutto, di tutto pur di difenderla.

(g. g.)