Pensare liberi

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Avete anche voi questa impressione? Cioè che stiamo attraversando un periodo in cui la realtà è sottratta, nella descrizione che ne viene fatta, al casino che essa è? Sequestrata dalla semplificazione, costretta alla singola parte, poiché contemplare anche l'altra significherebbe starci, stare da quella parte? C'è Fotosera. Pensare liberi. Fin che si può. E anche dopo.

Un testimone onesto di una scena qualsiasi vuole raccontarla tutta. Tutta e giusta. Gli riuscirebbe al massimo di raccontarla giusta, ma tutta mai. Infiniti dettagli (non visibili) gli sfuggirebbero. Non soltanto il prima. Anche il dopo.

Difficile?

Difficilissimo.

Sarebbe, quindi, ancora giusta la sua testimonianza? Nell'assenza del tutto?

Chi volesse commentare la stessa scena qualsiasi, senza averla vista (o avendola), sarebbe confrontato con la concomitanza di infinite altre letture. Darle per non pertinenti è un modo (il solito) di trasformare la realtà in una cosa che ci piace. Che piace a qualcuno. E basta.

È vero da sempre.

Non siamo vivi da sempre, ma è perlomeno vero ormai (manca poco) che lo siamo da tre anni.

Qualcosa abbiamo capito.

E allora?

Restate fedeli alla vostra testa.

Se osandola vi sentite soli, c'è FdR.

Non dorme, non va in ferie.

Osserva ciò che facciamo per quello che è: un casino pazzesco.

E così lo racconta.

Per pensare liberi.

(g. g.)