Casse da morto

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Sabato scrivevamo nel Senso del taccuino dei libanesi che rapinano le banche per recuperare i propri risparmi. Crisi finanziaria. Sali Hafez, una ragazza di 28 anni, ha fatto il colpo al suo conto corrente con una pistola giocattolo: per sostenere le cure della sorella affetta da tumore e ricoverata in ospedale. In Libano la sanità si paga cash. «E in Svizzera?», mi ha chiesto un amico. In Svizzera ci rapinano le casse malati. Ci vogliono morti.

La politica, cosa fa? Farà qualcosa... Starà dalla nostra parte, no?

Confida di essere delusa, frustrata e arrabbiata.

Figurarsi noi!

Grazie, ma non basta.

Questo non è nemmeno un inizio di delusione, frustrazione, rabbia.

È una presa in giro.

Pagheremo, come abbiamo sempre fatto.

Non abbiamo nemmeno il coraggio luminoso di Sali Hafez, la sua lucida determinazione.

Tremiamo: soltanto al pensiero di andarci a riprendere i soldi (i nostri) da chi ce li ruba.

Perché, così, ce li rubano.

(g. g.)