Perduti e senza memoria
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Infine stiamo diventando un Paese normale. Che ancora un po' fatica a riconoscere ciò che la vita è capace di riservarci - chiamiamole sorprese - ma ci sta arrivando.
I pieni poteri dati a chi li incarna con comica insufficienza conducono allo sdoganamento del disastro. Perché no? Siamo così umani.
Vale per la politica, per l'economia, per le banche. Per i politici, gli economisti e i banchieri, considerati fino a oggi superuomini. Non lo sono. Sono uomini. Inclusi quelli e incluse le superuomine che quando allo sportello prelevo due quattrini che mi appartengono mi guardano come se li stessi rubando.
Ci starebbe un ben più articolato elenco: soprattutto la guerra, per la quale facciamo il tifo avendola scambiata per un'altra cosa, perduti e senza memoria come siamo.
Basterebbe guardare le finestre, di notte, e immaginare ciò che dietro ci diciamo, oppure i silenzi, le beghe e i malintesi, gli ardori brevi e quelli lunghi, ascoltare i colpi di tosse, qualche bestemmia proiettata per strada, le risate idem, il nulla, anche il nulla.
Basterebbe scorgere le ombre, addirittura immaginarci l'odore che hanno quelle stanze per concludere che la vita fa di noi ciò che vuole.
(g. g.)