Se il sangue soltanto

© 2023 FdR / RESY CANONICA

È un momento difficile per fare domande. Lo è sempre, di fronte ai morti, in particolare a quelli civili. Eppure, dal mio osservatorio, che come qualcuno avrà forse capito, è dedicato allo smontaggio delle trappole che la guerra, la violenza e l'indottrinamento ci tendono, e dentro le quali immancabilmente cadiamo, queste domande vanno poste. Riguardano non soltanto gli altri, ma anche noi.

Se quando Hamas è penetrato in Israele i suoi uomini si fossero fatti dei selfie insieme ai civili indifesi, senza torcere loro un capello, se avessero piantato una bandiera palestinese da qualche parte e si fossero, poi, una volta dimostrata la loro capacità tattica, ritirati di nuovo a Gaza: come avrebbe reagito il mondo? E Israele? E noi?

E se Hamas avesse investito tutti i soldi finiti nella costruzione di gallerie sotterranee e nel suo apparato militare nella trasformazione, invece, della Striscia di Gaza in qualcosa che, prima, non si era mai visto? Dove saremmo oggi? Ecco un'altra domanda, che molti abitanti di Gaza si fanno in silenzio, per paura (e lo so per esperienza diretta)?

Se l'establishment israeliano avesse deciso di considerare i palestinesi non un disturbo procrastinabile, bensì un dato di fatto non cancellabile con il quale rapportarsi razionalmente? Come avrebbero reagito i palestinesi stessi? E la società israeliana? E il mondo? Noi?

Domande. Delicatissime, ma non inopportune: interpellano la bieca strategia della brutalità assassina degli islamisti, ma anche Israele e, non da ultimo (al contrario) la nostra relazione, e quella dei governi, con le notizie che provengono dal mondo e da quella terra.

I palestinesi non usciranno mai liberi da azioni come quelle compiute da Hamas. Mai.

Gli israeliani resteranno sospesi in una sorta di vortice confuso e inconcludente.

Resteremo però prigionieri anche noi, spettatori lontani, dell'idea, inconfessabile, che soltanto il sangue fa notizia.

(gianluca grossi)

ENGLISH VERSION

If blood only