Sfruttamento di guerra

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Chi è costretto a fuggire da Città di Gaza senza avere un mezzo di trasporto proprio, deve pagara fino a 2000.- dollari per salire su un camion e raggiungere Deir al Balah, nel centro della Striscia: è un percorso di 20 chilometri. È quanto ha ricostruito, fra le altre cose illustrate in questo articolo, Faccia da Reporter attraverso fonti sul posto.
Le famiglie in fuga da Città di Gaza perdono tutto e hanno bisogno di una tenda sotto la quale vivere: acquistarne una può costare fino a 3000.- dollari.
La tenda va sistemata da qualche parte: a Deir al Balah, Az-Zawayda e Khan Younes – località considerate più “sicure” – i proprietari dei terreni affittano qualche metro quadrato alle famiglie al costo di almeno 300.- dollari al mese.
Chi non ha soldi, rimane sotto le bombe a Città di Gaza.
Le tende sono state rubate da famiglie palestinesi potenti alle organizzazioni umanitarie sul posto e successivamente messe in vendita. Le stesse famiglie sono coinvolte nel furto di una parte di generi alimentari in entrata nella Striscia, in seguito venduti a prezzi gonfiati.
I proprietari terrieri che affittano le loro parcelle ai profughi interni appartengono pure a famiglie in grado di imporre la loro legge, che è la legge del più forte.
Alcune famiglie appartenenti al partito Fatah (Autorità nazionale palestinese) o ad Hamas ricevono ancora un salario o parte di esso e hanno contatti con le organizzazioni non governative: ciò consente loro di accedere con più facilità agli aiuti e alle tende.
Il resto della popolazione è lasciata sola a se stessa e sfruttata.
"Questa è la nostra tragedia", spiega una fonte. Una tragedia nella tragedia.
"Gaza e la sua popolazione sono cambiate", dice una donna, madre di cinque figli e moglie di un uomo gravemente invalido.
Hamas sembra non essere più in grado di intervenire: le forze di polizia sono state progressivamente neutralizzate dagli attacchi israeliani.
Le nostre fonti leggono questa situazione come il tentativo, da parte del governo israeliano, di precipitare la Striscia nel caos e di spingere i suoi abitanti a farsi la guerra fra di loro: la guerra dei disperati.
Come leggere questa situazione?
Si tratta di uno scenario al quale ho assistito in ogni guerra. Le vittime infliggono sofferenze alle vittime.
Da lontano, tendiamo a considerare i civili in guerra attraverso occhiali idealizzanti: compiamo l’esperienza, che ci risulta impossibile in tempo di pace, dell’essere umano puro e innocente. Ciò facendo, però, lo priviamo della sua sua umanità, vale a dire del suo restare un essere umano anche in guerra. Ci priviamo della verità, che è dura da reggere, ma è la sola che ci permetta di capire senza finzioni. La guerra ci sbatte in faccia la verità: siamo capaci di tutto, delle azioni più disinteressate e altruistiche così come della più scatenata crudeltà.
Nella Striscia di Gaza ciò sta avvenendo di nuovo. Avverrebe anche in Svizzera, se domani scoppiasse una guerra.
In un’intervista di questa settimana alla CNN a Doha, Ghazi Hamad, figura centrale di Hamas, ha confermato la lettura della situazione a Gaza ripetutamente formulata da Faccia da Reporter. Hamad sostiene, infatti, nella sintesi fornita dalla CNN, che “provocare la reazione sproporzionata di Israele contro Gaza, con il conseguente numero di palestinesi morti, era necessario e giustificato”. Hamad aggiunge: “Credo che questo sia un momento d’oro che può spingere il mondo a cambiare il corso della storia”. (Giarda il video QUI).
Ribadisco la mia analisi: a Gaza assistiamo allo scontro di due visioni apocalittiche della realtà e del conflitto israelo-palestinese che, per esistere, hanno bisogno l’una dell’altra.
La visione di un futuro Stato palestinese sovrano e indipendente e quella di un Israele che possa esistere in sicurezza e in pace con i suoi vicini, viene senza sosta ribadita da chi, oggi, è al potere su entrambi i fronti del disastro.
Il modus operandi, tuttavia, non va oltre la logica del sangue chiama sangue. Anche qui, su entrambi i fronti del disastro.
(gianluca grossi)
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Gaza: War Profiteering