Le notizie basta non darle

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È passata inosservata alle latitudini latine dell'Europa una notizia della tedesca Welt am Sonntag. Nel mese di marzo 2020, il Ministero dell'interno tedesco ha sollecitato un gruppo di istituti di ricerca scientifica e di università (fra le quali quella di Losanna, stando a Focus Online) a fornire un rapporto predittivo sull'evoluzione di Covid-19 sulla base (in virtù) del quale pianificare «ulteriori misure preventive e repressive». Il Covid esiste, ma esistono anche i furbi. C'è da leggere in Magnificazioni_2.

È una storia interessante.

Mostra come sia possibile, partendo dalla volontà (che non possiamo non ipotizzare ci sia stata) di correre ai ripari di fronte a Covid-19, provocare disastri.

La storia è questa e l'ha raccontata, con tanto di documenti alla mano, la Welt am Sonntag lo scorso 7 febbraio.

Nel marzo del 2020 la Germania stava affrontando, come il resto dell'Europa e del mondo, l'arrivo di Covid-19. La popolazione era stata consegnata a un primo lockdown.

Al Ministro dell'interno Horst Seehofer viene un'idea: sollecitare un numero di istituti di ricerca scientifica e di università (fra cui l'Università di Losanna, stando al tedesco Focus Online) a produrre un rapporto al quale riferirsi per legittimare l'adozione di misure pesanti in materia di lotta al virus.

Il dossier richiesto (è plausibile pensare: dietro compenso) aveva uno scopo preciso: «programmare e applicare decisioni e misure».

Nello scambio di posta elettronica fra il Ministero dell'interno e il Robert Koch Institut tedesco (che dipende dal Ministero della sanità), il segretario di Stato Markus Kerber esplicita l'obiettivo dello studio predittivo richiesto: deve fornire la base per pianificare «ulteriori misure preventive e repressive».

Il dossier è stato realizzato nello spazio di quattro giorni, secondo la Welt am Sonntag in stretta collaborazione fra gli scienziati interpellati e il Ministero dell'interno.

Ben presto il rapporto, classificato confidenziale, giunge alle redazioni quasi fosse un leak, una fuga di notizie (che non era) in una versione elaborata di 17 pagine. Vi si legge, fra l'altro, che senza l'adozione di misure e lasciando che la vita continui come prima, la pandemia avrebbe causato in Germania oltre un milione di vittime.

Nello stesso documento, viene suggerito come ottenere l'auspicato «effetto shock» sulla popolazione, per evitare che lo scenario peggiore si materializzi.

Onde raggiungere tale effetto, si legge nel dossier, è necessario generare immagini nella testa della popolazione. Una di queste immagini viene addirittura suggerita:

«Molti malati gravi vengono portati all'ospedale dai loro familiari, ma si trovano respinti (a causa della mancanza di letti, FdR) e muoiono fra le sofferenze a casa loro cercando disperatamente di respirare».

Conclusione della storia, la cui morale va oltre la Germania: nessuno dei giornalisti della Welt am Sonntag mette in discussione la necessità di proteggere la popolazione da Covid-19 e di pensare a misure adeguate per riuscirci, nonché adottarle nell'emergenza. Non lo fa nemmeno FdR, riportando questa notizia.

Non è invece aggirabile la riflessione che interpella le responsabilità di chi rappresenta lo Stato e che, nel caso in questione, ha scelto di evitare la comunicazione razionale con i cittadini, ricorrendo alla scorciatoia della paura e quindi dell'infantilizzazione. Perché lo ha fatto? Perché è stato fatto un po' ovunque?

Anche la scienza, perlomeno in relazione agli istituti che hanno raccolto l'esortazione del Ministero dell'interno tedesco, ha qualche riflessione da fare e non poche domande da porsi: sulla sua indipendenza, per dirne una.

E infine la stampa. Che con la ricerca della Welt am Sonntag un filo si è ripresa.

(g. g.)

La serie

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