Scrivere ai figli

© 2018 Peter Strathopoulos / I figli di Peter John, Maria e Nikos (da sinistra)

Intervista con Peter Stathopoulos che sta scrivendo il libro Memoir of a Dead Guy (Memorie di un uomo morto).

Nel 2016, all'età di 55 anni, gli fu diagnosticata la SLA (sclerosi laterale amiotrofica). I medici gli diedero due anni di vita.

Peter Strathopoulos reagì con coraggio al verdetto clinico: decise di lasciare in eredità ai suoi tre figli un libro, dove potranno leggere non soltanto i ricordi della vita trascorsa insieme, ma anche ciò che l'autore ha capito e imparato vivendo.

© 2018 Peter Stathopoulos / Peter con il figlio Nikos in Grecia

FdR: Ci può raccontare qualcosa di lei?

Peter Stathopoulos: Ho 57 anni e vivo nel Minnesota, negli Stati Uniti. Due anni fa mi è stata diagnosticata la SLA, la sclerosi laterale amiotrofica, esattamente cinque giorni prima di partire per un viaggo in Grecia insieme ai miei figli. Non rinunciammo a quel viaggio, che fu magico.

Sono cresciuto nel Minnesota, ho studiato a Yale nel Connecticut, dove mi sono laureato in letteratura francese. Ho trascorso aluni anni scrivendo canzoni ed esibendomi nei bar del Greenwich Village, a New York. Non ero un fenomeno, ma ciò non mi ha mai impedito dal fare ciò che mi piace.

Quando sono tornato nel Minnesota mi sono sposato e ho avuto tre figli: John (26), Nikos (20) e sua sorella gemella Maria. I miei figli sono lo scopo della mia vita.

Ho lavorato nel settore assicurativo per una ventina di anni, per mantenere la famiglia. Poco dopo il divorzio mi sono ritrovato fra le mani la diagnosi della SLA e voilà!

Per quanto possa sembrare strano, sto attraversando un periodo felice della mia vita. Sono follemente innamorato di una donna che conosco da quando avevo sette anni (Terri Hammerlund). I miei figli hanno successo nella vita e ciò che più importa, sono persone meravigliose. Io ho finalmente tempo di scrivere!

FdR: Perché ha deciso di scrivere questo libro?

Peter Stathopoulos: La prima ragione è stata (e rimane) questa: lasciare delle memorie ai miei figli.

FdR: Perché ha intitolato il libro Memoir of a dead guy (Memorie di un uomo morto)? È ancora vivo, sta combattendo.

Peter Stathopoulos: Il ragazzo che c’è in me ha pensato che fosse un’idea buffa e non ho saputo resistere. Inoltre, il titolo riflette il mio obiettivo di osservare la vita contemporaneamente dall’interno e dall’esterno .

FdR: Avrebbe potuto realizzare un documentario sulla sua storia e la vita con i suoi figli. Ha scelto invece di scrivere. Le parole costituiscono una eredità più forte rispetto ad altri linguaggi?

Peter Stathopoulos: Innanzitutto non sono quello che si dice una bellezza, quindi è  meglio ossservarmi sulla pagina scritta piuttosto che sullo schermo. Secondo: le parole mi consentono di continuare a giocare con il testo finché respirerò. Ciò mi diverte molto.

FdR: Nelle anticipazioni del libro che abbiamo potuto leggere la natura è molto presente: la giornata di sole il giorno della diagnosi, un paesaggio da sogno in Grecia ecc. Pensa che la natura si preoccupi del destino degli esseri umani?

Peter Stathopoulos: Questa e una grande domanda. Il mio cuore crede di sì, la mia mente, invece, ne è meno convinta.

FdR: Il modo in cui scrive di Atene sembra suggerire che questa città si proccupi di lei.

Peter Stathopoulos: È vero. Atene mi ha dato l’opportunità ideale di leggere la mia vita nel contesto della storia dell’Occidente e questo mentre esploravo la città insieme ai miei figli. Quindi, ammesso che una città possa preoccuparsi di noi, Atene sicuramente lo fa.

FdR: L’ironia è presente in molti passaggi del suo libro. È un modo per dire: “Sono padrone della mia vita?”.

Peter Stathopoulos: Sì, ha visto giusto. Creiamo la nostra vita e la nostra eredità ogni giorno ex novo. Sotto un certo aspetto, con la SLA il mio compito è più semplice: non devo preoccuparmi dei prossimi trenta giorni.

FdR: Non si è mai posto la domanda: “Perché è successo a me?”.

Peter Stathopoulos: No, mai. Scherzando ho detto a mia madre che la malattia mi è venuta perché da giovane non ho fumato abbastanza erba.

FdR: Da dove proviene l’energia che si sente nella sua scrittura?

Peter Stathopoulos: Grazie per apprezzarla. Se c’è davvero energia nel mio stile credo tragga origine dalla combinazione di impegno (engagement) e di laissez-faire che in alcune persone (in alcuni lettori) tocca una corda particolare.

(Intervista di g.g.)